Geofagia e Geologia medica

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Dal greco gè = terra e phagein = mangiare, la geofagia non è solo un comportamento anomalo che si osserva nei bambini, ma una vera e propria usanza alimentare e terapeutica che viene tuttora praticata in molte popolazioni primitive. Dalle coste della Guinea all’Isola di Giava, dalla Nuova Caledonia alle tribù Indios, dalla Siberia al Caucaso, gran parte delle popolazioni si nutrono di rocce di derivazione vulcanica “friabili” prelevate dall’ambiente circostante (quelle dure, o inerti, non hanno valore alimentare in quanto non sono “concepite” per cedere le componenti minerali). Singolare esempio il “Su pan’ispeli”, antico pane del quale si nutrivano le popolazioni sarde menzionato da Plinio Il Vecchio (23–79 d.C.), descritto come: “Pane di ghiande impastato con argilla” con lo scopo di ridurre l’amaro e l’effetto sgradevole della farina rendendola commestibile grazie alla capacità del minerale siliceo di assorbire le componenti tossiche (tannini).

L’impiego di minerali, oltre a possedere un importante ruolo alimentare, è caratterizzato da ulteriori riscontri applicativi. Gli uccelli e i mammiferi feriti effettuano applicazioni occlusive di fanghi sulle parti malate; ciò dimostra come certi comportamenti sono perfettamente codificati nel mondo animale. La ricerca scientifica attuale tende ad evidenziare l’importanza delle combinazioni minerali naturali per impieghi terapeutici anche sull’uomo. Bristol Myers Squibb (leader mondiale dell’oncologia), ha concluso recentemente un accordo di cooperazione scientifica con la Società di Ricerca Biotecnologica (GBF) di Berlino per lo sviluppo degli Epotiloni; nuova classe di molecole naturali a spiccata attività antitumorale, estratti da microrganismi sviluppatesi nella matrice minerale (limo) rilasciata dalle inondazioni del fiume Zambesi (Zimbawe) in Sudafrica. Il meccanismo d’azione degli Epotiloni B/C (Cancer Research vol.57) è simile a quello del Paclitaxel (Tassolo), capace di stabilizzare la formazione dei microtubuli bloccando così la divisione cellulare con conseguente morte delle cellule mitotiche per apoptosi, senza però manifestare gli effetti collaterali.

Alcuni dei molteplici esempi documentabili di quanto la “Geologia medica” (Geofagia) sia capace di produrre una serie di opportunità medicali, qualora venissero finalmente riconosciute le sue grandi doti, anche di supporto alle terapie convenzionali per migliorarne l’efficacia e contenerne gli effetti collaterali, locali e sistemici. L’intento rivoluzionario di somministrare per os Zeoliti Italiane, appartiene ad una cultura medica innovativa ed antesignana, certamente non retrograda e dall’alto valore etico scientifico, frutto di avanzate e pionieristiche ricerche chimico-fisiche, proiettate allo studio delle molteplici peculiarità salutistiche e terapeutiche delle combinazioni minerali di diagenesi vulcanica. Questo straordinario approccio culturale merita uno spazio ben definito nelle materie scientifiche di insegnamento universitario, per la spiccata ed insostituibile valenza medico applicativa (Geologia medica).

L’innovativo progetto terapeutico: ricorrere alla natura inorganica ed incontaminata per ripristinare, senza controindicazioni, gli alterati equilibri biologici conseguenti a tossicosi endogene e noxae ambientali.

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